Vinicio Brilli: l’uomo dei record con la maglia del Montevarchi

Quando si parla del calcio montevarchino dobbiamo obbligatoriamente far riferimento alla figura di Vinicio Brilli. Ex calciatore ed ora allenatore che dei colori rossoblu ne ha fatto una seconda pelle. Noi l’abbiamo intervistato e grazie alle sue risposte ripercorriamo le tappe più importanti della sua carriera.

La carriera: dall’esordio, al primo gol, fino al ritiro…
L’esordio assoluto con la maglia del Montevarchi di Vinicio Brilli risale al 20 Luglio 1973, quando Vinicio appena sedicenne esordisce in un’amichevole contro il Perugia che all’epoca militava in Serie B, l’esordio in gara ufficiale arrivò invece qualche mese più tardi nel ’74 in Serie C contro il Riccione. Dopo le giovanili e quattro anni di prima squadra saluta – per il momento – il Montevarchi passando nel 1978 al Savona. Dopo l’esperienza in liguria si trasferisce prima un’anno in Sicilia all’Alcamo e poi due anni ad Avezzano. Successivamente veste la maglia del Città Di Castello e poi ritorna per pochi giorni ad Avezzano. Tutte squadre di Serie C. Quando Brilli torna in Abruzzo il Montevarchi era appena retrocesso in serie D e la dirigenza rossoblu voleva assolutamente tornare nel calcio professionistico. Viene allestita così una squadra fortissima e tra questi calciatori non poteva mancare lui, Vinicio. Il professionista Brilli viene quindi contattato dai dirigenti del Montevarchi che lo vogliono assolutamente in rosa. Brilli non ci pensa minimamente e seppure fosse arrivato da pochi giorni ad Avezzano fa la valigia e torna a giocare per la squadra della sua città. Nella prima stagione il Montevarchi neo retrocesso arriva secondo in campionato e la promozione è rimandata, l’anno successivo sarà però uno degli anni più gloriosi della storia rossoblu con Brilli e compagni che vincono sia il campionato che la coppa italia. Dopo altre tre stagioni d’amore chiude per sempre con il Montevarchi e continua a giocare per cinque anni prima di ritirarsi. Chiusi, Foiano, Figline ed Asciano, dove ricopre il ruolo di allenatore giocatore, le sue ultime esperienze.
Molto particolare è la storia che avvolge le sue reti, infatti, come lui ci ha raccontato sono tre non due come riportato da altre fonti. La prima rete con la maglia del Montevarchi risalirebbe ad una partita contro la Paganese, il suo tiro leggermente deviato venne decretato autogol. La seconda rete invece la siglò in casa contro la Carrarese mentre la terza ed ultima a Ponsacco.
Appesi gli scarpini al chiodo le presenze di Vinicio Brilli con il Montevarchi saranno circa 300 – 227 in campionato e più di 70 in coppa italia – che lo consacrano come terzo giocatore più presente della storia rossoblu, primo se si considera il dopoguerra.

Alla domanda, che difensore era Vinicio Brilli? A quale giocatore contemporaneo potrebbe essere paragonato? risponde così: “Ero un giocatore esplosivo, un giocatore molto veloce che cercava sempre l’anticipo. Principalmente giocavo esterno difensivo ma ho poi in realtà ricoperto ogni ruolo della difesa. Non ero molto alto ma di testa me la cavavo perchè come ho detto prima era molto esplosivo. E’ difficile paragonarmi ad un giocatore contemporaneo ma se devo fare un nome faccio quello dell’ex Inter Cordoba.”

Ogni giocatore ha un rito scaramantico ed anche Brilli ci confessa di averne più d’uno: “Sì, anche io come molti altri giocatori avevo qualche rito scaramantico che poi in realtà non influivano sulle mie prestazioni ma era un qualcosa che aiutava la testa. Per esempio mi legavo le scarpe sempre nella stessa maniera oppure indossavo il sottomaglia al contrario”.

Dove hai iniziato la carriera d’allenatore? “Come ho accennato prima se dobbiamo parlare della mia prima esperienza in assoluto come allenatore questa risale alla mia ultima stagione da calciatore ad Asciano, lì, infatti, prima di ritirarmi ho ricoperto il doppio ruolo di allenatore-giocatore. Successivamente nonostante avessi diverse proposte ho preferito non fare l’allenatore professionistico perchè ci sono dinamiche che ho preferito evitare concentrandomi soprattutto con il calcio giovanile. Ho allenato dunque quindici sedici anni le giovanili del Montevarchi poi sono passato alla Terranuovese, Bucinese ed infine pochi mesi fa ho concluso la mia esperienza a Levane dopo cinque anni”.

Cosa cambia nel prepartita da giocatore ad allenatore? “Sono due modi totalmente differenti di vivere la partita. Se da giocatore sei te in prima persona che giocando puoi davvero influire sul risultato finale da allenatore ti senti più impotente perchè a scendere in campo sono i tuoi ragazzi. Secondo me da allenatore c’è più stress perchè vorresti fare di più però non puoi mentre da calciatore una volta che entri in campo tutte le tensioni passano e pensi solo a giocare”.

Cosa cerchi dai tuoi ragazzi e qual’è l’idea che cerchi di imprimere alle tue squadre? “In primis la cosa più importante è che tutti i ragazzi che giocano amino il calcio e devono divertirsi giocando. Non mi piacciono le tensioni perchè non li aiutano. Detto questo devono però anche prendere seriamente il tutto, impegnandosi ed allenandosi seriamente perchè il calcio serve per la vita, con una squadra impari cosa significa rapportarsi con i tuoi compagni e la vita di gruppo. Se non si diventa campioni l’importante è diventare uomini, perchè prima del calciatore viene l’uomo”.

C’è qualche ragazzo da te allenato che poi ha solcato i campi del professionismo? “Da allenatore ho allenato davvero tantissimi ragazzi e ricordarseli tutti è quasi impossibile. Naturalmente sono tantissimi i giovani in tutta Italia che sognano di solcare i campi del professionismo ma posso dire che già arrivare in Eccellenza è un gran traguardo. Posso fare un paio di nomi, per esempio Francesco Pasquini che oltre ad aver giocato a Montevarchi ha disputato diverse stagioni in Serie C con la Figlinese ed Alessandro Melzi, che ho allenato diversi anni fa nei giovanissimi rossoblu, e mi ricordo che la Fiorentina lo volle portare ad ogni costo a Firenze”.

Infine alla domanda sei in cerca di una nuova squadra da allenare? vorresti continuare nel calcio giovanile o preferiresti una prima squadra? ci ha spiegato che al momento è in pausa di riflessione ma che comunque quando riprenderà ad allenare vuole tener fede alla strada iniziata più di vent’anni fa continuando nel calcio giovanile.

 


Per avere tutto lo sport valdarnese a portata di click vi invitiamo a seguirci su Facebook cliccando mi piace:

Articoli simili
Top